Ritornare alla matita: intervista a Barbara Borsari

In un Italia che punta sempre meno a una sapiente produzione artigianale e una spiccata sensibilità artistica, Barbara Borsari, co-titolare dell’impresa Vittorio Martini 1866 – azienda italiana produttrice di strumenti da disegno da più di 150 anni – spiega come l’innovazione tecnologica e il sapere aziendale si possano sposare con l’arte e con l’artigianato, tutto rigorosamente Made in Italy.

Una dimostrazione importante, tenuta agli studenti di design dell’università G. d’Annunzio di Pescara all’interno volta a sensibilizzare i progettisti di domani alla materia e al ritorno nei laboratori e nelle botteghe artigianali.

Noi vogliamo rallentare il tempo, far sì che ci si fermi ad ascoltare la storia dell’oggetto che si ha di fronte – spiega la titolare dell’azienda –  Per esempio, ci vogliono ben 15 minuti per ottenere una delle nostre squadre. Lavoriamo il materiale in lastre, lo tagliamo e poi incidiamo e spazzoliamo il tutto. È un lavoro artigianale, si possono sentire sotto i polpastrelli i numeri incisi nella plastica”.

Il desiderio è quello di suscitare curiosità attraverso i materiali di cui sono fatti gli artefatti; tutto questo si ottiene attraverso una costante ricerca sulla tecnica artigianale, la vera chiave del successo dell’azienda.

Un buon prodotto è il risultato di una grande attenzione al dettaglio, curiosità, ricerca. Secondo Barbara Borsari, una delle caratteristiche fondamentali dei loro prodotti è il fatto che ognuno sia in grado di raccontare la sua storia:

Il fatto di progettare prodotti che siano interamente da scoprire fa sentire l’utente di quell’oggetto come un bambino di fronte a qualcosa di nuovo, mai visto prima, come in una specie di gioco. Infatti, progettiamo giochi per i grandi che lavorano. Quando vediamo uno dei nostri clienti sorridere con un nostro prodotto in mano, vuol dire che abbiamo trasmesso una storia, un messaggio”.

La Vittorio Martini 1866 può essere considerata un’azienda coraggiosa all’interno dell’attuale scenario italiano, un’azienda che punta a tecniche di produzione artigianali – quando è ben noto il risparmio derivato da una produzione di tipo industriale – e a dare possibilità a giovani progettisti di esprimere il loro potenziale.

Uno dei prodotti aziendali è stato nominato nel 2013 per concorrere al Compasso D’Oro: il progetto è Squadre 2.0 di Matteo Neroni, un giovane progettista.

Borsari spiega gli intenti: “Nell’attuale era, la squadra e la riga vengono usate sempre meno rispetto al supporto digitale. Ma non ci si rende conto di quanto sia importante il disegno a mano, una squadra può sempre servire. Se siete in barca, in mezzo al mare aperto e vi si rompe il navigatore, dovete avere a bordo una squadra nautica altrimenti sareste totalmente persi! Per questo motivo il progetto Squadra 2.0 fa riscoprire questo fondamentale strumento con una veste attuale attraverso l’uso di materiali innovativi e high-tech”.

Infine, Barbara Borsari lancia una call di idee rivolta a studenti e neo-progettisti a dimostrazione che si può ancora cambiare il mondo partendo da una semplice e mai banale matita. 

 

Andrea Barbara Romita – PIC

Progetto Industria Creativa è un’associazione culturale aperta a designer, artigiani, architetti o creativi di ogni campo e settore.
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