Le Mani Intelligenti di Ddum Studio

Tre teste e sei mani: no, non è un “mostro mitologico” ma ciò che si nasconde dietro DDuM Studio. Un gruppo creativo e inter-disciplinare fortemente contaminato dal mondo dell’arte e del progetto, ed inevitabilmente appassionato di Sud.
Esploratori instancabili del design come atto e della narrazione come processo.

Abbiamo intervistato Laura, Chiara e Giulio, tre giovani designer, per entrare nel loro mondo e nel loro concetto di creatività.

Perchè “mani intelligenti”?

#manintelligenti è il nostro mantra… l’abbiamo anche dipinto a caratteri cubitali sulla parete del nostro studio. Da sempre abbiamo avuto l’esigenza di accompagnare studi e ricerche teoriche ad azioni e gestualità. Crediamo nell’importanza che i gesti siano pensati e che i pensieri abbiano bisogno di atti pratici. Crediamo che solo insieme il fare ed il sapere possono produrre valore.

Che tipo di rapporto c’è, per voi, tra il cibo e il design?

Da buoni pugliesi amiamo il cibo semplice, in studio non possono mancare tarallini e pane con la crosta. Ci diverte moltissimo indagare l’esperienza di design che il food porta con sé e lo facciamo con progetti educativi, come il portafrutta “MELA-dì”, o anche progetti iconici come il tagliere in legno d’ulivo “BALé” che racconta tramite il design una storia della letteratura classica.

Ripensiamo gli imballaggi del cibo in modo che possano avere il più basso impatto ambientale pensando sempre alla seconda vita che l’oggetto può avere, il packaging del panettone, “Artù”, diventa un gioco per bambini, una corona, o ancora In-Vaso il packaging per delle bottiglie d’olio diviene oggetto di arredo e vaso per fiori.   

Quali sono i materiali che utilizzate maggiormente?

Preferiamo materiali naturali e di riciclo. Nei primi anni di attività abbiamo realizzato istallazioni e linee di design interamente in carta e cartone. Materia che ci accompagna nelle declinazioni che oggi il design ha per noi, il packaging narrativo, come ci piace definirlo. Carta, ma anche balle di paglia, legno, terra cotta e ceramica. Nelle ultime istallazioni temporanee abbiamo preso in prestito anche materia fatta semplicemente di acqua e farina: il pane e i prodotti da forno.

A cosa è dovuta la scelta di raccontare il territorio in maniera così singolare?

Crediamo nella potenza dei luoghi e la scelta di aver deciso di tornare a vivere a Sud ne è la prova tangibile. Dopo anni di peregrinazioni, due anni fa la scelta di provare e scommettere sul nostro territorio. Per questo motivo la lettura e il racconto sono esperienze che facciamo personali e cerchiamo di esternare il più possibile. Uno degli ultimi progetti di istallazioni temporanee, il Teatro Medusa, realizzato nei mesi di agosto con Vazapp e Bottega degli Apocrifi, trasforma un campo agricolo in landmak e disegno del paesaggio attraverso un percorso di land art.

Possiamo definirvi “interdisciplinari”?

Ci piace definire il nostro studio poco “ortodosso”… Crediamo nella potenza dei concept capaci di poter guidare il processo creativo e progettuale in maniera coerente da inizio a fine. Abbracciando campi differenti che spaziano dal design, al paesaggio e all’architettura.  

Che cosa significa per voi “creatività”?

La creatività è un processo. Cerchiamo di ricordare sempre che va alimentata, studiando e leggendo incessantemente, viaggiando e conoscendo persone e innescando relazioni.

Creatività e curiosità seguono due binari paralleli e intersecanti che ci guidano insieme alla tecnica all’interno del nostro lavoro: crediamo nel fanciullino che è dentro ognuno di noi e lo sollecitiamo giornalmente con progetti che ci divertano prima di tutto.

Quali sono i progetti “in cantiere”?

Da inizio settembre il settore del nostro studio dedicato al packaging e al food design si rafforza con #Tolò il progetto finanziato dalla Regione Puglia con ARTI Puglia nell’ambito PIN – Pugliesi innovativi. Tolò è pronto a perseguire ed evolvere la strada già tracciata: ripensare gli imballaggi, la loro seconda vita e l’esperienza di design che il food porta con sé.

In contemporanea stiamo portando avanti processi di rigenerazione urbana e soprattutto culturale, che abbiamo definito “carsici”, quali profondi e irreversibili, che stanno coinvolgendo fortemente la comunità del paese in cui viviamo e dell’intera capitanata.

E ancora, stiamo collaborando direttamente con la capitale europea della cultura 2019: Matera. (Non a caso prima capitale italiana del Sud Italia!).

A casa DDuM c’è ancora tanto da fare, ma una cosa è certa non ci si annoia mai!

Per vedere i loro lavori “più da vicino”, questa è la loro casa virtuale.

 

Carmela Parisi – Progetto Industria Creativa 

Progetto Industria Creativa è un’associazione culturale aperta a designer, artigiani, architetti o creativi di ogni campo e settore.
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